Film-Spettatore: un rapporto che continua ad affascinare, perché ricco di segreti che riguardano l’uomo.

E’ appena finito il secolo in cui è nato il cinema e il libro edito da Lupetti ci spiega i mille perché del suo fascino. Empatia, identificazione e distanze entrano in gioco nel complesso meccanismo che va dal visibile, oltre il “visibile”. “Film e Spettatore: dalla percezione alla fascinazione”: è un viaggio nel film di Diana Giordano, regista ed esperta di comunicazione.

La fascinazione del cinema è legata all’immaginario: lo scambio fra il possibile e il reale mette in atto una sorta di comunicazione circolare, portandoci nell’utopia di una possibilità che ha a che fare con la soddisfazione simbolica.

Dalla percezione alla fascinazione il salto è breve quando l’incontro di parole, suoni e immagini diventa surrogato della realtà e ad entrare in scena è il filtro dell’immaginario.

Il rapporto film-fruitore, fatto di identificazione e distanze, continua a sedurre studiosi e cinefili chiamando in causa le conoscenze della semiotica, della psicanalisi e della psicofisiologia di cui Barthes, Metz, Fornari, si fanno portavoce testimoniando una tendenza che vuole allargare i confini di competenza delle varie discipline. Questo libro raccoglie i contributi più eterogenei per guardare oltre il “visibile” e mettere in evidenza motivazioni e connotazioni preziose dell’affascinante avventura della visione, ma è anche un invito alla ricerca. Tre capitoli incastrati come dissolvenze incrociate per esplorare un’avventura intellettuale quasi al limite della coscienza. Dall’universalità della percezione, all’esperienza soggettiva della fruizione, un viaggio nella ricchezza espressiva del prodotto filmico, fatto di codici e potenzialità, oggi più che mai in evoluzione.